Filosofo greco. Fu discepolo di Anassimandro e appartenne
alla scuola ionica, ultimo rappresentante della scuola di Mileto. Fu autore di
un'opera
Sulla natura della quale ci rimangono pochi frammenti. Il suo
pensiero è conosciuto attraverso testimonianze posteriori.
A., in
merito alla questione dibattuta dalla scuola ionica sull'origine dell'Universo,
pose come principio del mondo l'aria della quale ben definì le
caratteristiche. Secondo il suo pensiero l'aria darebbe origine a tutto il
mondo, alle cose divine come a quelle naturali e terrene. L'intero Universo
deriverebbe dai fenomeni di rarefazione e di iterazione dell'aria: nel primo
caso sarebbe stato originato il fuoco, nel secondo invece il vento, le nuvole,
la terra, l'acqua e la pietra. Il processo inoltre si ripete nei cicli cosmici.
Secondo
A. la Terra è piatta e fluttua nell'aria: Sole e stelle
derivano dalla Terra, essendo sorti dai vapori da lei prodotti, rarefatti e
diventati fuoco. Nel loro cammino gli astri non girano sotto la Terra ma,
arrivati all'orizzonte, passano lungo il contorno del disco della Terra fino al
punto in cui risorgono; risultano invisibili in quanto nascosti dalle montagne
del Settentrione. Dopo l'
ápeiron di Anassimandro, il ritorno a un
principio naturale come l'aria può sembrare un regresso del pensiero
filosofico greco. Invece
A. fu il primo a tentare di dare una spiegazione
ben precisa del modo in cui dalla materia originaria si arrivi a enti minori e
determinati. Inoltre, in tal modo era possibile stabilire una sorta di
parallelismo tra l'origine del mondo e quella dell'anima umana, essa stessa
aria, soffio (
pneon). Si può in un certo senso scorgervi in nuce
il principio per cui l'uomo microcosmo riproduce in sé l'immagine del
macrocosmo (Mileto 585 a.C. circa - 528 a.C. circa).